Sunday, September 13, 2009

Obama e il Republican Day

Sembra che per la prima volta (http://www.repubblica.it/2009/09/sezioni/esteri/obama-presidenza-11/piazza-contro-obama/piazza-contro-obama.html) Obama sia stato contestato pesantemente durante una manifestazione contro la riforma Sanitaria che Obama ha capito di dover fare dopo averla promessa. Una vera rivoluzione epocale del sistema americano. Effettivamente socialista per un cow-boy texano (lo capisco).

Da “manifestante” in pectore, ritengo che un Governo debba sempre rispettare il dissenso, possibilmente capirlo, ascoltarlo e trovare soluzioni.

Mai reprimerlo o dileggiarlo. Questo assolutamente mai.

Ovviamente ci sono manifestazioni e manifestazioni.

Quando venne organizzato il Family Day a Roma (una sola volta) nel 2006, nell’anno in cui Prodi tentò di fare approvare quella schifezza dei Dico, ricordo l’imponenza dei mezzi messa in campo dalla lobby clericale: autubus di Roma tappezzati di cartelli promozionali dell’evento, spazi radio, uscite continue in tutte le televisioni, Pezzotta ovunque a blaterare frasi in difesa della famiglia tradizionale, con tanto di smorfie di disgusto verso gay e lesbiche. Il giorno del Family Day decine di autobus (pagati sappiamo tutti da chi) da tutta Italia vomitarono famigliole numerose, vecchie signore con rosario, giovani ancora non dotati di senno con chitarra, qualcuno davvero convinto malgrado possessore di senno , qualcuno solo non informatissimo e piegato ai sermoni che in tutta Italia in ogni Chiesa si susseguivano.  In fondo un gay ed una lesbica ed un trans sono stati un mistero anche per noi, un mistero da respingere, finché non lo abbiamo visto allo specchio quel mostro e ci abbiamo riso su. Il Pride di qualche settimana dopo raccolse il doppio delle persone, venute a spese proprie e grazie solamente ad un comunicato stampa passato come al solito.

La forza di una convinzione inclusiva è sempre più grande e duratura di un rifiuto esclusivo (non dimentichiamolo mai questo).

Ma torniamo ad Obama.

Una contestazione organizzata dai repubblicani, da quelli che nemmeno lo riconoscono presidente in quanto nero ( e quindi hanno il solo interesse a contestarlo) , dalle lobby delle compagnie assicuratrici che vogliono a tutti i costi impedire la riforma sanitaria, io non la prenderei molto sul serio. Non perché non consideri questo accrocco di reazionari non pericoloso. Anzi.

Fossi Obama andrei subito in quegli stati, ne ascolterei il malessere, li rassicurerei che una riforma Sanitaria aperta a tutti è un bene per la collettività. Questo non fermerà le lobby, ma colpirà quelli che sono in buona fede e di cui le lobby si aprofittano (anche noi avremmo voluto che Prodi spiegasse all’Italia che i nostri diritti non tolgono una virgola alle famiglia, ma lasciamo stare và).

E fossi in Obama rafforzerei la scorta. Quella sì.

[Via http://wordwrite.wordpress.com]

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